Avevo 13 anni quando, finalmente, dopo aver messo da parte molte paghette, sono stata in grado di comprare un Commodore 64 usato (i miei amici lo avevano da anni).
Ricordo ancora oggi l’emozione quando l’ho avuto tra le mani, e quella della prima accensione!
Ricordo anche bene la frustrazione dell’aspettare mezzore intere che venisse caricato un programma che poi andava in errore e le volte che il registratore faceva casino ma questa è un’altra storia:)
Devo molto a Jack Tramiel, come tutti quelli della mia generazione 🙂 Per cui ho provato un forte dispiacere quando si è diffusa la notizia della sua morte domenica .
Molti di voi forse sono troppo piccoli per ricordarsi quei tempi, e per loro riporto una breve storia di uno degli uomini che ha fatto la storia dell’informatica.
Chi era dunque Jack Tramiel?
Era un ebreo polacco – il suo vero nome era Jackez Trzmiel – ed era nato il 13 dicembre del 1928. Nel 1939 fu trasferito nel ghetto della città e successivamente al campo di concentramento di Auschwitz e successivamente inviato con il padre al campo di lavoro di Ahlem vicino ad Hannover dove sopravvisse all’orrore dell’ Olocausto e rimase fino al 1945 quando fu liberato. Due anni si trasferì negli Stati Uniti,ed entrò nell’esercito, diventando un tecnico di manutenzione delle macchine da scrivere .
Nel 1953 aprì una propria officina di riparazioni, la Commodore Portable Typewriter e stringe un accordo commerciale con una ditta cecoslovacca che costruiva le macchine per scrivere che poi la Commodore rivendeva negli Stati Uniti. Ma dato che la Cecoslovacchia era uno stato membro del Patto di Varsavia, Tramiel dovette trasferirsi in Canada per aggirare le restrizioni sulle importazioni vigenti negli USA. Fondò quindi la Commodore Business Machine, con cui inizia la produzione di calcolatrici. Nel 1970 la Commodore commerciava calcolatrici con chip prodotti dalla Texas Intrument. Nel 1976 Tramiel decise di produrre autonomamente anche i chip delle sue macchine. Acquista allora la MOS Technology, la Frontier – che producevano chip MOS e CMOS – e la MDSA, produttrice di schermi LCD.
La svolta ha il volto di Chuck Peddle. È lui a proporre al fondatore della Commodore di passare dalle calcolatrici ai computer da desk, ed è sempre Peddle a realizzare il primo pc della compagnia di Tramiel. Si tratta solo di assemblare in un case rigido un chip video per la visualizzazione dei dati su monitor, 4 KB di RAM, un interprete BASIC della Microsoft, una tastiera ed un registratore a cassete
Fu così che nacque il Commodore PET dopo la presentazione del quale la Commodore iniziò a ricevere oltre 50 richieste giornaliere di rivenditori e Tramiel capì di poter lanciare sul mercato un computer di massa. Il suo motto fu “Un computer per tutti: Costruire un computer per le masse e non per le classi” (frecciatina ad Apple?)
Si accordò con le grandi catene di distribuzione e lanciò il suo Pc anche in Europa. Nel 1982 arrivò il Commodore 64, la sua creatura più celebre.
Il Commodore 64 vendette oltre 15 milioni di esemplari, arrivando a coprire il 40% del mercato mondiale e in pochi mesi nacque una delle prime community di sviluppo di applicazioni per la macchina di Tramiel, in grado di contare su oltre 100.000 software disponibili. Un successo fuori dalle più rosee aspettative ma che crea nell’azienda contrasti sempre più feroci che costrinserò Tramiel e lasciare la sua creatura nel 1984 quando fondò la Tramel Technology, Ltd., con l’intento di rimanere nel mercato dei computer ed acquistò l’Atari, ad esclusione della divisione dei videogiochi che diventò Atari Games, grave errore visto lo sviluppo che ebbe l’industria dei videogiochi negli anni seguenti.
Era dotato di grande intuito però e aveva messo gli occhi anche su Amiga che però ricevette all’ultimo minuto una proposta economica irrinunciabile da Commodore e facendo sì che Tramiel non riuscisse più a replicare il successo ottenuto.
La storia di Tramiel ricorda in alcuni punti quella di Steve Jobs, ad esempio se pensiamo agli esordi sperimentali o all’estromissione dalla propria azienda ma tra i due sono sempre esistite divergenze molto ampie e qualche contrasto. Mentre il guru di Cupertino ha dedicato la sua esistenza alla ricercatezza nel design e all’innovazione estetica Tramiel aveva una visione più “popolare” dell’informatica. Questa visione diversa si rifletteva nelle caratteristiche dei propri prodotti, venduti nelle grandi distribuzioni (e non solo in negozi di informatica) e soprattutto ad un prezzo accessibile; nello stesso periodo in cui Apple chiedeva svariate migliaia di euro per il suo Apple II, il Commodore 64 veniva venduto a 595 dollari, dando la possibilità a chiunque di venire in possesso di un pc. Steve Jobs inoltre riuscì a riemergere dopo il periodo nero del suo licenziamento, cosa che non è riuscita, purtroppo a Tramiel.
Questo non toglie nulla però al fondatore della Commodore che ha cambiato la vita di tantissime persone e quella di domenica è stata una perdita enorme.
Chiudo il post con il primo spot del C64: