Ted Talks (“Technology Entertainment Design”) presenta sempre conferenze che hanno come obiettivo l’incontro tra le menti e le idee più stupefacenti e innovative del pensiero globale.
Le seguo spesso anche perché sono sottotitolate sempre in 34 lingue tra le quali ovviamente c’è l’italiano
In questo interessantissimo video Dan Gilbert, l’autore di Stumbling on Happiness (Inciampando nella felicità), mette in discussione l’idea che saremo infelici se non otterremo quel che vogliamo. Il nostro “sistema immunitario psicologico”, sostiene, ci permette di sentirci davvero felici anche quando le cose non vanno come avevamo programmato. Come? scopritelo guardando il suo intervento!
Sotto al video vi riporto la trascrizione in italiano dell’intero intervento. Se vi va ditemi cosa ne pensate!
Quando hai solo 21 minuti a disposizione, 2 milioni di anni possono sembrare un tempo lunghissimo. Ma in termini evoluzionistici, 2 milioni di anni non sono niente. Eppure in 2 milioni di anni la massa del cervello dell’uomo si è quasi triplicata, passando dal cervello da poco più di mezzo chilo del nostro antenato homo Habilis, al polpettone da più di un chilo e mezzo che tutti qui abbiamo tra le nostre orecchie. Cosa ha di speciale un grosso cervello che madre natura era così ansiosa che avessimo?
Beh, succede che quando i cervelli diventano tre volte più grandi, non diventano solo tre volte più grandi, ma acquisiscono nuove strutture. E una delle ragioni principali per cui il nostro cervello si è ingrandito è perché ha acquisito una nuova parte, chiamata lobo frontale. E, in particolare, una parte chiamata corteccia pre-frontale. Ora, cosa fa una corteccia pre-frontale per noi che giustifichi la totale revisione architettonica del cranio umano in un attimo di tempo evolutivo?
Beh, si da il caso che la corteccia pre-frontale faccia un sacco di cose, ma una delle cose più importanti che fa è che è un simulatore di esperienze. I piloti di aerei si esercitano con i simulatori di volo per evitare di commettere errori quando volano davvero. Gli esseri umani hanno questa straordinaria capacità di adattamento, per cui possono vivere esperienze nella loro testa prima di sperimentarle nella vita vera. Questo è un trucco che nessuno dei nostri antenati era in grado di fare, e che nessun altro animale può fare nello stesso modo. È un meraviglioso adattamento. Insieme ai pollici opponibili e allo stare eretti e al linguaggio è una delle cose che ha aiutato la nostra specie a scendere dagli alberi ed entrare nei centri commerciali.
Ora — (risate) — tutti voi avete fatto questo. Voglio dire… Perché l’algida non ha creato un gelato al fegato e cipolla? Non è che qualcuno ne abbia fatto su un po’, l’abbia assaggiato e abbia detto “Che schifo!” È perché, senza alzarvi dalla vostra poltrona, potete simulare il sapore del gelato e capire che fa schifo prima di farlo.
Proviamo a vedere come funziona il vostro simulatore di esperienza. Prima di andare avanti con il discorso facciamo un piccolo controllo. Ecco due diversi futuri possibili che vi invito a prendere in considerazione provate a simularli e ditemi quali pensate che preferireste. Uno è vincere la lotteria. Parliamo di 314 milioni di dollari. L’altro è diventare paraplegico. Quindi, pensateci su per un istante. Probabilmente non ne avete neanche bisogno.
Si dà il caso che esistano dei dati su questi due gruppi di persone, dati su quanto sono felici. E questo è esattamente quello che vi aspettavate, vero? Ma questi non sono i veri dati. Me li sono inventati!
I dati veri sono questi. Avete sbagliato il primo quiz, e non siamo nemmeno a cinque minuti di lezione Perché di fatto, un anno dopo aver perso l’uso delle gambe, e un anno dopo aver vinto la lotteria, sia i vincitori della lotteria che i paraplegici sono felici allo stesso modo della loro vita.
Ora, non abbattetevi troppo per aver fallito la prima verifica a sorpresa, perché tutti falliscono tutte le verifiche a sorpresa tutto il tempo. La ricerca che il mio laboratorio sta compiendo, che stanno compiendo economisti e psicologi in tutta la nazione, ha rivelato qualcosa di veramente sorprendente. Una cosa che chiamiamo “impact bias” o pregiudizio sull’impatto che è la tendenza del simulatore a funzionare male. Il simulatore può farvi credere che vari esiti saranno più diversi di quanto in realtà non siano.
Da studi sul campo e studi in laboratorio, vediamo che vincere o perdere un’elezione, conquistare o perdere un amante, avere o meno quella promozione, passare o non passare un esame all’università, e così via, hanno molto meno impatto, meno intensità e molta meno durata di quello che le persone si aspettano che avranno. In effetti, uno studio recente — questo quasi mi stende — uno studio recente che mostra come traumi importanti incidano sulle persone suggerisce che se è successo più di tre mesi fa, a parte poche eccezioni, non ha alcun impatto sulla tua felicità.
Perché? Perché la felicità può essere sintetizzata. Sir Thomas Brown scrisse nel 1642: “Sono l’uomo più felice al mondo. Ho in me la capacità di convertire la povertà in ricchezza, l’avversità in prosperità. Sono più invulnerabile di Achille; la fortuna non ha un singolo posto dove colpirmi.” Che razza di macchinario eccezionale ha questo tizio nella testa?
E’ esattamente lo stesso macchinario eccezionale che abbiamo tutti. Gli esseri umani hanno qualcosa che potremmo definire un sistema immunitario psicologico. Un sistema di processi cognitivi, processi cognitivi largamente non-consapevoli, che li aiutano a cambiare la loro visione del mondo, perché possano sentirsi meglio riguardo ai mondi in cui si trovano. Come Sir Thomas, avete questa macchina. Ma a differenza di Sir Thomas, sembrate non saperlo.
Sintetizziamo la felicità, ma pensiamo che la felicità sia una cosa da trovare. Ora, non avete bisogno di me per darvi troppi esempi di gente che sintetizza la felicità, penso. Anche se vi mostrerò delle prove sperimentali, non dovete guardare molto lontano per delle prove.
Come sfida a me stesso, dal momento che dico questo di quando in quando durante le mie lezioni, ho preso una copia del New York Times e ho cercato degli esempi di gente che sintetizza la felicità. Ed ecco dei tipi che sintetizzano la felicità. “Sto davvero molto meglio fisicamente, finanziariamente, emotivamente, mentalmente e in quasi ogni altro modo.” “Non ho un singolo minuto di rimpianto. È stata un’esperienza gloriosa.” “Sono certo che sia stata la cosa migliore.”
Chi sono questi personaggi che sono così dannatamente felici? Bene, il primo è Jim Wright. Alcuni di voi lo ricorderanno ancora: era il presidente della Camera dei Rappresentanti. e diede le dimissioni in disgrazia quando un giovane Repubblicano che si chiamava Newt Gingrich scoprì un losco affare relativo all’edizione di un suo libro. Perse tutto. Il più potente Democratico nella nazione, perse tutto. perse i soldi, perse il potere, Che cosa ha da dire al riguardo dopo tutti questi anni? “Sto davvero molto meglio fisicamente, finanziariamente, mentalmente e in quasi ogni altro modo.” Quale altro modo ci può essere di stare meglio? Vegetalmente? Mineralmente? Animalmente? Credo le abbia coperte tutte.
Moreese Bickham non l’avrete mai sentito nominare. Moreese Bickham enunciò queste parole quando fu rilasciato. Aveva 78 anni. Passò 37 anni in a Prigione di Stato della Louisiana per un crimine che non commise. Alla fine fu prosciolto, all’età di 78 anni, grazie al test del DNA. E cosa ebbe da dire riguardo a questa esperienza? “Non ho un singolo minuto di rimpianto. È stata un’esperienza gloriosa.” Gloriosa! Questo tizio non sta dicendo, “Beh, sai, c’erano dei tipi simpatici. Avevano una palestra.” È “gloriosa,” una parola che normalmente riserviamo a qualcosa come un’esperienza religiosa.
Harry S. Langerman enunciò queste parole, ed è qualcuno che avreste potuto conoscere ma non lo avete conosciuto, perché nel 1949 lesse un articoletto sul giornale riguardo una postazione per hamburger di proprietà di due fratelli chiamati McDonalds. E pensò, “Che bell’idea!” Così andò a trovarli. Dissero “Possiamo darti un’affiliazione su questo per 3,000 dollari.” Harry tornò a New York, chiese a suo fratello, banchiere d’investimento, di prestargli i 3.000 dollari, e le parole immortali di suo fratello furono: “Idiota, nessuno mangia gli hamburger.” Non gli prestò il denaro, e naturalmente sei mesi dopo Ray Croc ebbe esattamente la stessa idea. Risultò che la gente li mangia, gli hamburger, e Ray Croc, per un periodo, diventò l’uomo più ricco d’America.
E poi per ultimo — sapete, il migliore di tutti i mondi possibili — alcuni di voi riconosceranno questa foto da giovane di Pete Best, che era il batterista originale dei Beatles, finché loro, sapete, lo mandarono via a fare una commissione e se la sono svignata e tirarono su Ringo in un tour. Bene, nel 1994 quando Pete Best fu intervistato — si, è tuttora un batterista; si, è un musicista di studio di registrazione — ebbe da dire questo” “Sono più felice di quanto sarei stato con i Beatles.”
Okay. C’è qualcosa di importante da imparare da queste persone, ed è il segreto della felicità. Ecco, finalmente rivelato. Primo: accumula ricchezze, potere e prestigio, poi perdili. (Risate) Secondo: passa più tempo della tua vita che puoi in prigione. (Risate) Terzo: rendi qualcun altro davvero, davvero ricco. (Risate) E, infine: non fare mai e poi mai parte dei Beatles. (Risate)
Ora io, come Ze Frank, posso predire il vostro prossimo pensiero, che è, “Si, vabbe’.” Perché quando la gente sintetizza la felicità, come sembrano aver fatto questi signori, tutti sorridiamo loro, ma facciamo roteare gli occhi come dire, “Sì, vabbe, non volevi veramente il lavoro.” “Ah sì, certo. Non avevi davvero così tanto in comune con lei, e te ne sei reso conto proprio nel momento in cui in cui ti tirò l’anello di fidanzamento in faccia.”
Sorridiamo con compiacimento perché crediamo che la felicità sintetica non sia della stessa qualità di quella che chiameremmo felicità naturale. Quali sono queste condizioni? La felicità naturale è quella che otteniamo quando otteniamo ciò che vogliamo e la felicità sintetica è quella che creiamo quando non otteniamo ciò che vogliamo. E nella nostra società, crediamo fortemente che la felicità sintetica sia di tipo inferiore. Perché crediamo questo? Beh, è molto semplice. Che tipo di motore economico continuerebbe a produrre se credessimo che il non ottenere ciò che vogliamo potrebbe renderci altrettanto felici dell’ottenerlo?
Con tutte le mie scuse al mio amico Matthieu Ricard, un centro commerciale pieno di monaci Zen non sarà particolarmente profittevole perché non desiderano abbastanza la roba. Voglio proporvi l’idea che la felicità sintetica sia per ogni verso altrettanto reale e duratura del tipo di felicità in cui ci si ritrova quando ottieni esattamente quello a cui ambivi. Ora, io sono uno scienziato, quindi farò questa cosa non con la retorica, ma marinandovi in un po’ di dati.
Permettetemi prima di mostrarvi un paradigma sperimentale che viene usato per dimostrare la sintesi della felicità tra comuni anziani. E questo non è mio. Questo è un paradigma vecchio di 50 anni che si chiama il paradigma di libera scelta. È molto semplice. Si portano dentro, ad esempio, sei oggetti, e si chiede a un soggetto di classificarli da quello che piace di più a quello che piace di meno. In questo caso, siccome l’esperimento di cui vi voglio parlare li utilizza, queste sono stampe di Monet. Quindi, ognuno può classificare queste stampe di Monet da quella che piace loro di più a quella che piace loro di meno. Ora vi diamo una scelta: “Abbiamo delle stampe in più nell’armadio. Ve ne daremo una come premio da portare a casa. Abbiamo la numero tre e la numero quattro,” diciamo al soggetto. Questa è una scelta un po’ difficile, perché nessuna è fortemente preferita all’altra, ma naturalmente, la gente tende a scegliere la numero tre perché gli è piaciuta un pochino di più della numero quattro.
Un po’ di tempo dopo — potrebbero essere 15 minuti, potrebbero essere 15 giorni — gli stessi stimoli vengono messi davanti al soggetto, e al soggetto viene chiesto di ri-classificare gli stimoli. “Dicci quanto ti piacciono ora.” Che succede? Osservate mentre la felicità viene sintetizzata. Questo è il risultato che è stato replicato più e più volte. State osservando la felicità che viene sintetizzata Volete vederla ancora? Felicità! “Quella che ho preso è più bella di quanto pensassi! L’altra che non ho preso fa schifo!” (Risate) Questa è la sintesi della felicità.
Ora, qual è la reazione giusta a questo? “Si, vabbe!” Ora, ecco l’esperimento che abbiamo fatto, e spero che questo vi convincerà che “Si, vabbe!” non era la risposta giusta.
Abbiamo fatto questo esperimento con un gruppo di pazienti. che soffrivano di amnesia anterograda. Questi sono pazienti ospitalizzati.. La maggior parte di loro avevano la sindrome di Korsakoff, una psicosi polineuritica che — hanno bevuto davvero troppo, non possono formare nuovi ricordi. OK? Si ricordano della loro infanzia, ma se entri e ti presenti, e poi lasci la stanza, quando rientri non sanno chi sei.
Abbiamo portato le nostre stampe di Monet all’ospedale. E abbiamo chiesto a questi pazienti di classificarli da quello che piaceva loro di più a quello che piaceva loro di meno. Dopodiché abbiamo dato loro la scelta tra numero tre e numero quattro. Come tutti gli altri, dissero, “Wow, grazie Dottore! Grandioso! Mi piacerebbe una nuova stampa. Prenderò la numero tre.” Spiegammo che gli avremmo fatto spedire la numero tre. Raccogliemmo i nostri materiali e uscimmo dalla stanza, e calcolammo una mezz’ora. Rientrati nella stanza, dicemmo, “Ciao, siamo tornati.” I pazienti, dio li benedica, dissero, “Ah, dottore, mi dispiace, Ho un problema di memoria, è per questo che sono qua. Se l’ho incontrata prima, non lo ricordo.” “Davvero, Jim, non ti ricordi? Ero qua poco fa con le stampe di Monet?” “Mi spiace Dottore, non ne ho proprio idea.” “Non c’è problema, Jim. Tutto quello che voglio è che mi classifichi questi da quello che ti piace di più a quello che piace di meno.”
Che cosa fecero? Beh, controlliamo prima e assicuriamoci che soffrano davvero di amnesia. Chiediamo a questi pazienti che soffrono di amnesia di dirci quale possiedono, quale hanno scelto la volta scorsa, quale è loro. E quel che scopriamo è che i pazienti che soffrono di amnesia si limitano ad indovinare. Questi sono normali gruppi di controllo, dove se facessi questo con voi, ognuno di voi saprebbe quale stampa scegliere. Ma se faccio questo con pazienti che soffrono di amnesia, non ne hanno idea. Non possono scegliere la loro stampa dalla selezione.
Ecco cosa fa un normale gruppo di controllo: sintetizzano la felicità. Giusto? Questo è il cambiamento del punteggio di gradimento, il cambiamento dalla prima volta che hanno fatto la classifica alla seconda classifica. Un normale gruppo di controllo indica — fu questa la magia che vi ho mostrato, ora ve la mostro in forma grafica — “Quella che conosco è meglio di quel che pensavo. Quella che non conoscevo, quella che ho lasciato, non è bella come pensavo.” Chi soffre di amnesia fa esattamente la stessa cosa. Pensate a questi risultati.
Queste persone preferiscono quella che posseggono, ma non sanno di possederla. “Sì, vabbe’,” non è la reazione giusta! Quel che hanno fatto queste persone quando hanno sintetizzato la felicita’ e’ stato di veramente, effettivamente cambiare le loro reazioni affettive, edonistiche ed estetiche a quel poster. Non lo stanno solo dicendo perché lo posseggono, perché non sanno di possederlo.
Ora, quando gli psicologici vi mostrano delle colonne, sapete che vi stanno mostrando le medie di molte persone. Eppure, tutti noi abbiamo questo sistema immunitario psicologico, questa capacità di sintetizzare la felicità, ma alcuni di noi fanno questo trucco meglio di altri. Ed alcune situazioni permettono a chiunque di farlo con più efficienza che in altre situazioni. Si scopre quindi che la libertà — la possibilità di prendere una decisione da solo e cambiare idea — è amica della felicità naturale, perché ti permette di scegliere tra tutti quei deliziosi futuri e trovare quello che ti aggrada di più. Ma la libertà di scegliere — di cambiare idea e prendere una decisione — è la nemica della felicità sintetica. E vi mostrerò perché.
Dilbert (pers di fumetto, n.d.t.) già lo sa, naturalmente. State leggendo il fumetto mentre parlo. “Assistenza tecnica di Dogbert. Come posso abusare di voi?” “La mia stampante stampa una pagina vuota dopo ogni documento.” “Perchè mai dovrebbe lamentarsi di ottenere della carta gratis?” “Gratis? Non mi sta semplicemente dando la mia stessa carta?” “Accipicchia, che dice! Guardi la qualità della carta gratis la confronti alla sua scadente carta normale! Solo un pazzo o un bugiardo direbbe che sembrano uguali!” “Ah! Ora che lo dice, mi pare effettivamente che sia più vellutata!” “Che cosa sta facendo?” “Sto aiutando le persone ad accettare le cose che non possono cambiare”. Davvero.
Il sistema immunitario psicologico lavora al suo meglio quando siamo completamente bloccati, quando siamo intrappolati. Questa è la differenza tra vedersi e il matrimonio, giusto? Voglio dire, esci con un tipo, e si mette le dita nel naso; non uscirai più con lui. Sei sposato a un tipo e si mette le dita nel naso? Sì, ha un cuore d’oro; non toccare la torta di frutta. Giusto? (Risate) Trovi un modo di essere felice di quello che è successo. Ora quello che voglio mostrarvi è che la gente non sa questo di sé stessa, e non sapere questo può essere un assoluto svantaggio per noi.
Ecco un esperimento che abbiamo fatto ad Harvard. Abbiamo creato un corso di fotografia, un corso di fotografia in bianco e nero, e abbiamo permesso agli studenti di entrare e imparare ad usare una camera oscura. Quindi abbiamo dato loro delle macchine fotografiche, loro hanno girato per il campus, hanno fatto 12 foto dei loro professori preferiti e dei loro dormitori e del loro cane, e di tutte le altre cose di Harvard di cui volevano avere ricordi. Ci portano la macchina fotografica, facciamo un provino a contatto, loro scelgono le due immagini migliori, e poi impieghiamo sei ore a insegnar loro di camere oscure, e ne ingrandiscono due, e hanno due bellissime stampe glossy 20×25 di cose che significano molto per loro, e noi diciamo, “A quali di queste due sei disposto a rinunciare?” Loro dicono, “Devo rinunciare ad una di loro?” “Oh sì. Abbiamo bisogno di una di loro come testimonianza del progetto di classe. Quindi devi darmene una. Devi fare una scelta. Tu puoi tenerne una, e io ne tengo una.”
Ora, ci sono due condizioni in questo esperimento. In un caso, agli studenti viene detto, “Ma sapete, se volete cambiare idea, terrò sempre l’altra qui, e nei prossimi quattro giorni, prima di spedirla al quartier generale, sarò felice di” — (Risate) — si, “quartier generale” — “Sarò felice di scambiarla con te. Anzi, verrò alla tua stanza nel dormitorio e ti do — dammi solo la tua mail. Ancora meglio, te lo chiedo prima. Se mai vuoi cambiare idea, te la posso ridare in qualsiasi momento.” All’altra metà degli studenti viene detto esattamente il contrario: “Fai la tua scelta. E a proposito, la posta partirà, accidenti, tra un paio di minuti, verso l’Inghilterra. La tua foto stara’ volando sopra l’Atlantico. Non la vedrai mai più.” Ora, alla metà degli studenti in ognuna di queste condizioni viene chiesto di fare previsioni su quanto finirà per piacer loro la foto che hanno tenuto e la foto che hanno lasciato. Altri studenti vengono semplicemente rimandati alle loro stanzette nel dormitorio e vengono monitorati per i prossimi da tre a sei giorni sul loro gradimento, e soddisfazione con le foto. E guardate cosa scopriamo.
Prima di tutto, ecco cosa gli studenti pensano che succederà. Credono che forse piacerà loro la foto che hanno scelto un pochino di più di quella che hanno lasciato, ma queste non sono differenze statisticamente importanti. È una piccolissima crescita, e non ha molta importanza che siano nella condizione reversibile o irreversibile.
Sbagliato. Cattivi simulatori. Perché ecco che cosa sta davvero succedendo. Sia subito prima lo scambio che cinque giorni dopo, alla gente che e’ incastrata con quella foto, che non ha scelta, che non potrà mai cambiare idea, piace un sacco! E la gente che sta deliberando — “Dovrei riportarla? Ho preso quella giusta? Magari questa non è quella buona? Magari ho lasciato quella buona? — si sono ammazzati. Non gli piace la loro foto, e anzi, anche dopo che l’opportunità di scambiarla è scaduta, ancora non gli piace la foto. Perché? Perché la condizione reversibile non conduce alla sintesi di felicità.
Quindi ecco il pezzo finale dell’esperimento. Portiamo un nuovo gruppo di ingenui studenti di Harvard e diciamo loro, “Sapete, stiamo facendo un corso di fotografia, e possiamo farlo in due modi. Potremmo farlo in modo che quando fate le due foto, avreste quattro giorni per cambiare idea, o possiamo fare un altro corso dove fate le due foto e dovete decidere immediatamente e non potete mai cambiare idea. In quale corso vorreste essere? “Facile! Il 66 percento degli studenti, due terzi, preferisce essere nel corso dove avranno la possibilità di cambiare idea. Che cosa? 66 percento degli studenti scelgono di essere nel corso in cui saranno alla fine profondamente insoddisfatti della loro foto. Questo perché non conoscono le condizioni in cui cresce la felicità sintetica.
Il Bardo disse tutto meglio, naturalmente, ed esprime il mio pensiero qui ma lo fa in maniera iperbolica: “niente è buono o cattivo / se non è tale nel nostro pensiero.” È bella poesia, ma non può essere proprio giusto. Davvero niente è davvero buono o cattivo? Davvero un’operazione alla cistifellea e un viaggio a Parigi sono semplicemente la stessa cosa? Sembra un quiz del Q.I. a una domanda sola. Non possono essere esattamente la stessa cosa.
In prosa più turgida, ma più vicino alla verità, era il padre del capitalismo moderno, Adam Smith, e disse questo. Questo vale la pena di rifletterci su: “La grande fonte sia della miseria che dei disordini della vita umana sembra provenire dal sovrastimare la differenza tra una situazione permanente e un altra … Alcune di queste situazioni potrebbero, senza dubbio, meritare di esser preferite ad altre, ma nessuna di loro può meritare di essere inseguita con quel ardore appassionato che ci spinge a violare le regole siano esse di prudenza o giustizia, o di corrompere la futura tranquillità del nostro spirito, che sia per vergogna dal ricordo della nostra debolezza, o per rimorso per l’orrore della nostra stessa ingiustizia.” In altre parole: sì, alcune cose sono migliori di altre.
Dovremmo avere preferenze che ci portano verso un futuro piuttosto che verso un altro. Ma quando queste preferenze ci spingono troppo forte e troppo velocemente perché abbiamo sovrastimato la differenza tra questi futuri, siamo a rischio. Quando la nostra ambizione è entro certi confini, ci porta a lavorare con gioia. Quando la nostra ambizione è sconfinata, ci porta a mentire, ingannare, rubare, ferire gli altri, a sacrificare le cose che hanno vero valore. Quando le nostre paure sono entro certi confini, siamo prudenti, cauti, riflessivi. Quando le nostre paure sono sconfinate e fuori misura, siamo imprudenti, e siamo vigliacchi.
La lezione con cui vi voglio lasciare da questi dati è che i nostri desideri e le nostre preoccupazioni sono entrambi in certa misura esagerati, perché abbiamo dentro di noi la capacità di costruire artigianalmente lo stesso prodotto che stiamo costantemente inseguendo quando scegliamo l’esperienza.
Grazie.