Per una volta parlando di smartphone non si parla della guerra tra Samsung e Apple, né di HTC o Nokia ma di una vera innovazione.
Finora infatti i non vedenti erano completamente esclusi da questo mondo, certo il riconoscimento vocale poteva in qualche modo essere un primo passo di integrazione ma la strada era ancora lunga prima del concept di Sumit Dagar che ha presentato un prototipi di smartphone per non vedenti e ipovendenti: al posto del normale schermo ce ne sarà uno che riesce a modellare la propria superficie trasformando il contenuto e ponendolo in rilievo il contorno delle immagini, sarà rilevabile con le dita e i testi convertiti in Braille.
Lo schermo è composto da una griglia di punti (paragonabili ai pixel) che si solleva in base al contenuto da visualizzare. Nella parte bassa del dispositivo ci sono sei tasti per compiere azioni standard (chiama/accendi, cancella/chiudi, avanti, indietro, seleziona etc.).
Il principio di funzionamento dello smartphone Braille è simile a quello già adottato per gli e-reader per non vedenti, la differenza è che lo schermo dell’e-reader è da toccare – è quindi un’interfaccia aptica, e cioè tattile – ma non è touchscreen, mentre quello di Dagar si fruisce e si comanda a tocco. Per comporre i numeri di telefono compare infatti sullo schermo un tastierino numerico e per scrivere una qwerty proprio come su uno smartphone per normo-vedenti.
Il nuovo smartphone dovrebbe essere commercializzato entro la fine dell’anno. L’inventore indiamo è stato aiutato da molteplici donazioni, come ad esempio l’investimento di 50mila dollari della Rolex.
Il dispositivo era stato presentato da Ted Talks nel 2011 ma è stato proprio grazie a questi finanziamenti che ultimamente lo sviluppo ha avuto un’accelerazione e i modelli che saranno in commercio entro fine anno avranno funzionalità più evolute di quelle dell’idea originaria, come la geolocalizzazione e un servizio di mappe.
La strada percorsa da Dagar è diversa da quella intrapresa da chi prima di lui si è dedicato a portare nella società dell’informazione – sempre più visiva – anche chi non può contare sulla propria vista. Le soluzioni attualmente più diffuse, come ad esempio il software Jaws o il telefono britannico Georgie, cercano di risolvere il problema con programmi che traducono il testo in audio. Il che funziona benissimo per i testi ma serve a poco per immagini, mappe e video. Il Braille-fonino si affida invece prevalentemente al tatto e permette così all’utente di percepire ogni segno grafico, anche in movimento.
Non è un caso che a preoccuparsi dei non vedenti sia stato un indiano, un quinto dei non vedenti risiede proprio in India.
Via: Geekissimo
1 comment
[…] Dall’India arriva il primo Smartphone Braille http://www.tissy.it/dallindia-arriva-il-primo-smartphone-braille/ […]